Arch. Rita Vecchiattini

Profilo scientifico

Rita Vecchiattini ha conseguito la laurea nel 1992 presso la Facoltà di Architettura di Genova ove ha collaborato, a partire dal medesimo anno, all’attività didattica e di ricerca, inizialmente presso gli Istituti di Costruzioni e di Storia dell’Architettura e successivamente presso i Dipartimenti POLIS e di Scienze per l’Architettura (DSA). Attualmente è titolare, in qualità di professore a contratto, del Laboratorio di Restauro architettonico nell’ambito del Corso di Laurea in Restauro architettonico e svolge attività didattica per il Laboratorio di Restauro dei Monumenti del Corso di Laurea Specialistica in Architettura e per il Corso di Restauro architettonico del Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Edile.

In seguito alla tesi di laurea – “Il ciclo produttivo della calce a Sestri Ponente (Genova) in epoca pre-industriale” – ha orientato il proprio interesse verso i problemi della conservazione dell’ambiente costruito. In particolare ha approfondito la conoscenza dei materiali e degli elementi costruttivi che caratterizzano l’edificato storico come testimoniano, tra gli altri, i testi: “Le lavorazioni per l'edilizia: la produzione della calce” (Sagep, 1996), “La composizione degli stucchi a Genova tra cinque e novecento: conoscenza empirica e prime sperimentazioni di laboratorio” (Arcadia, 2001), “Realtà e illusione: l’utilizzo del marmorino” (“Arkos” 2001), “The use of dolomitic lime in historical buildings: history, technology and science” (Instituto Juan de Herrera, 2003), “Rapporti tra archeologia, archeometria e cultura materiale nello studio delle malte impiegate nelle opere portuali di Genova” (Rubbettino, 2004). Le ricerche, condotte presso le Facoltà di Architettura e di Ingegneria di Genova, nel campo dei materiali storici sono, inoltre, alla base del saggio “Riconoscere i materiali e gli elementi degli edifici, le tecniche di lavorazione e posa in opera” (EPC, 2004) e di alcune importanti esperienze didattiche quali i cicli di lezioni tenuti presso l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze (Scuola di Alta Formazione istituita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali) e il Politecnico di Milano.

L’interesse per la produzione e l’impiego di materiali storici, unito alla contemporanea esperienza professionale in cantieri di restauro (tra gli altri la “casa di Cristoforo Colombo”, Palazzo Tursi, Palazzo Rosso e Palazzo Bianco a Genova, la quattrocentesca Pieve di Volpedo, le Mura di Albenga) e alla necessità di utilizzare, negli interventi di restauro, nuovi materiali compatibili, hanno portato alla scelta di conseguire il Dottorato di Ricerca in Ingegneria dei Materiali in modo da poter non solo di studiare, dal punto di vista scientifico, i materiali storici (in particolare i leganti) ma di sperimentare in laboratorio nuove e vecchie tecnologie di produzione per la formulazione di prodotti innovativi. A tale peculiare esperienza formativa sono riconducibili, oltre la tesi di dottorato “Ossidi di calcio e di magnesio ottenuti dalla decomposizione termica di rocce dolomitiche utilizzate nella produzione di calci per malte pre-industriali”, i testi “Microstruttura degli intonaci per la conservazione e il restauro di beni culturali” (AIMAT, 1998), “Nuove ricerche di laboratorio per la produzione di malte di calce a microstruttura controllata” (Incomarech, 1998), “Solid products and rate-limiting step in thermal half decomposition of natural dolomite in CO2 (g) atmosphere" (“Thermochimica Acta” 2003), “Effect of mixtures of H2O (v) and CO2 (g) on the thermal half decomposition of dolomite natural stone in high CO2 pressure regime” (“Thermochimica Acta” 2003) e “Sapere empirico e sapere scientifico nella produzione storica dei leganti” (Edizioni Moderna, 2005).

All’interesse per i temi della produzione storica di materiali da costruzione e del restauro è legato, inoltre, lo studio dei siti, degli edifici e delle tecnologie produttive pre-industriali e industriali a scopo non solo di conoscenza ma anche di valorizzazione e riuso compatibile. La ricerca, svolta in occasione della vincita del concorso pubblico per un assegno di ricerca di Ateneo, “Design e nuove tecnologie nel recupero di edifici industriali e civili” costituisce la traccia di tale lavoro, così come i testi “Unità produttive perfettamente organizzate: le calcinare di Sestri Ponente (Genova)” (“Archeologia dell’Architettura”, 1998), “Il sito della «Cementifera Ligure» a Montoggio (Genova): proposta di recupero e valorizzazione” (Idea Stampa, 2003), “Un patrimonio da salvare: conoscenza e conservazione delle fornaci da calce” (“Recuperare l’Edilizia”, 2004), “Il patrimonio industriale in Liguria: conservazione e valorizzazione delle fornaci per la produzione della calce” (“Recuperare l’Edilizia”, 2005), “Archeologia industriale, cultura materiale e restauro” (Terni, 2006).

L’interesse per i temi del restauro ha inoltre riguardato l’aspetto della diagnostica, come dimostra la costante attività di ricerca sul tema da cui sono derivate esperienze didattiche a livello universitario e nel campo della formazione professionale, presso Enti pubblici e privati (Scuole edili di Genova e di Savona, Regione Lombardia, Mestieri ad Arte s.r.l.). Esito di tale impegno, oltre ai contributi in conferenze e convegni, è l’attività svolta presso il Laboratorio MARSC per le Metodiche Analitiche per il Restauro e la Storia del Costruito della Facoltà di Architettura di Genova, nell’ambito di numerose ricerche su monumenti liguri (tra cui il Castello e la Torre Civica di Rapallo, la novecentesca Villa Zanelli, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e il Santuario della Misericordia di Savona) come testimoniano, ad esempio, i saggi “Effetti del tempo sulle case e sugli ambienti di vita” (Umberto Allemandi & C. 1998), “Il problema dell’umidità” (Genova, 2002) e “Decorazioni di pietra artificiale: ornamento, innovazione e degrado” (Arcadia, 2004).

I contributi evidenziati hanno avuto come costante i temi della “conoscenza” della fabbrica in funzione della sua tutela, tuttavia l’interesse e l’attività, nel campo del restauro, non si esauriscono in studi e interventi su singoli manufatti ma si estendono a livello urbano. Preziose, in tal senso, la collaborazione alla redazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Genova, in seguito alla Mappatura culturale della Città Vecchia, e del Piano del Colore di Campoligure (Genova), nonché le esperienze, in qualità di consulente del Comune di Genova per il recupero del Centro Storico, nel recupero degli ambiti di Giustiniani (Piano Organico d’Intervento) e del Ghetto (Contratto di Quartiere). A tali formative esperienze sono riconducibili alcuni articoli che affrontano anche aspetti normativi della tutela: “La mappatura culturale della città vecchia di Genova: un metodo per una lettura nuova della città” (S.A.P., 2001), “La stratigrafia dell'intonaco” (Commercio del colore & hobby, 1997), “The Preservation of the Cultural Heritage of Property through an Analysis of European Regulations regarding Building Materials used in Restoration.The Example of Natural Bondings.” (Praga, 2007) e “Per una cronotipologia di elementi architettonici e costruttivi in ambito urbano” (Edipuglia, 2006).

L’impegno sui temi del restauro ha inoltre permesso il coordinamento tecnico-scientifico del "Progetto Europeo per il Restauro delle Superfici Ornate Nell'Area Euro-mediterranea" nell'ambito del Programma Comunitario d'azione "Raffaello" in collaborazione Francia, Grecia e Spagna e la pubblicazione finale del relativo CD in cui si segnala il testo “Il percorso metodologico proposto”.

aggiornato il 18 giugno 2007