Arch. Anna Decri
Profilo scientifico

Architetto, specialista in restauro dei monumenti presso la Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti dell’Università degli Studi di Genova nel maggio 2004, con tesi dal titolo: La facciata, un palinsesto da riequilibrare.
Dottore di ricerca in Conservazione dei beni architettonici, presso il Politecnico di Milano, nel marzo 2002, con dissertazione dal titolo Conoscere l’architettura, manufatti nel settecento genovese.
Assegno di ricerca presso il DSA, Genova, 2005/2006. Docente a contratto presso la Facoltà di Architettura di Genova, nel settore ICAR/19, nonché al Politecnico di Milano nello stesso settore dal 2000
La conoscenza dei problemi legati all'uso degli strumenti di calcolo automatico nella progettazione architettonica, campo d'interesse del lavoro della tesi di laurea e collaterale dei primi anni di studi post lauream ha reso possibili i primi esperimenti di utilizzo quantitativo della fonte scritta.
Questo è stato visto come indispensabile per il raggiungimento di risultati significativi per una storia del costruire che sfrutta le potenzialità dei documenti d'archivio per poter chiarire molti aspetti dell'edilizia storica diffusa.
Inoltre è stato possibile esplorare, a partire dagli ingenti quantitativi di informazioni raccolte, opportunamente integrate, il mondo del cantiere ma specialmente delle maestranze che vi intervengono, giungendo così a meglio inquadrare la presenza genovese dei maestri antelami, un fenomeno di lunga durata.
Un problema intrinseco a tali ricerche è inoltre quello della decodificazione degli antichi lessici tecnici , affrontato in diverse pubblicazioni.
La caratteristica saliente delle sue ricerche é il problema metodologico che nasce dall'uso delle fonti scritte per la conoscenza del costruito storico.
La tesi di dottorato si è infatti diretta a delineare come sia possibile affrontare un tema quale il Settecento genovese con un approccio tipico della storia della cultura materiale e con un metodo di lavoro basato su una forte integrazione di fonti dirette e fonti indirette.
Con tale lavoro si sono anche poste le basi per una  cronotipologia dei serramenti, che è ora in fase di sviluppo.
La ricerca sulle fonti documentarie, proprio per l'impostazione metodologica prescelta, non è disgiunta dall'attenzione verso il "testo materiale": in tale direzione hanno avuto un ruolo determinante le esperienze condotte nel settore della "archeologia dell’architettura" con il prof. Tiziano Mannoni, uno dei promotori a livello nazionale ed internazionale di tale filone di studi.
L'impegno in quest'ambito è testimoniato, tra l'altro, dall'attività svolta presso l'Istituto di Storia della Cultura Materiale. L'applicazione e lo sviluppo delle metodiche analitiche offerte dall'archeologia dell'architettura sono inoltre state alla base di numerosi studi sul campo (a Genova e in altre realtà) e dell'attività didattica in materia svolta a livello universitario e post-universitario.
Ad esempio nel campo dell’"Archeologia dell'acqua", ovvero nello studio dei manufatti legati all'uso e all'approvvigionamento dell'acqua stessa e al suo sfruttamento come risorsa energetica,
Tanto gli studi sulle fonti scritte quanto le ricerche condotte sul testo materiale hanno come filo conduttore comune il quadro tematico della conservazione. L'ipotesi che ricorre in tali studi è quella di fare chiarezza sull'oggetto della tutela individuando, attraverso l'analisi delle fonti indirette e dirette, il concreto e complesso apparecchio indiziario con il quale la tutela stessa deve confrontarsi.

 aggiornato il 17 novembre 2007